La domanda sorge spontanea scorrendo le liste del Pd e dei suoi alleati: ce n’è per tutti, opportunisti e trasformisti di ogni risma. Perché?

Nel senso che sei uno che può fare a meno di sindacati insegnanti ambientalisti e minoranze varie, che tratti con fastidio, che allontani volentieri dal tuo elettorato.

Nel senso che non hai avversari perché la destra si presenta confusa e infelice, il centro è stato assorbito, Grillo non si allea con nessuno, insomma: sembra la pubblicità del “ti piace vincere facile?”

E allora perché ti allei con De Mita (rottamazione esagerata), candidi fascisti, cosentiniani, sodali di Scajola, in ogni provincia, in ogni regione?

Perché, se l’Italicum prevede solo una lista a cui collegare il premio, ne presenti millemila, a tre a tre, collegandole direttamente al candidato presidente, quando tu teorizzi che devono stare tutti dentro (appunto) al Pd.

Alle Regionali va in scena il partito della nazione, prima vera puntata in cui esso si presenta. Più che un partito però è una coalizione della nazione, una cosa che assomiglia, senza la politica di allora, a un pentapartito che di volta in volta assume caratteristiche e forme diverse.

Nessuna vera rottamazione, nessun cambiamento particolare, anzi: l’assunzione surrettizia di ciò che c’era già, a destra e a sinistra.

Potevi anche vincere senza, questo è certo. E allora si vede che ti piace, appollottolare il sistema al centro, far saltare il bipolarismo, il conflitto e l’alternanza. Ed è il progetto che ti è venuto meglio, finora.

Quello che trasforma il Pd con le modalità degli ogm, rendendo un comunista capace di sopportare la presenza di forzisti, un popolare capace di reagire bene alla presenza di un fascista, un giovane liberal capace di relazionarsi a un vecchio capatáz.

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