Cinquanta ettari di cemento al giorno, così il Belpaese asfalta il suo futuro.
Allarme dell’Ispra: basta costruire o sarà troppo tardi. Nel 2014 coperti 200 chilometri quadrati di suolo.

Così Repubblica.

Peccato che la legge sul consumo di suolo (il vostro affezionatissimo ne aveva presentata una troppo radicale per gli standard attuali) sia ferma da più di un anno in Commissione alla Camera. E che l’argomento sia uscito completamente dai radar.

Una cosa, va detto, è stata fatta: lo Sblocca Italia. Solo che va nella direzione opposta.

E ora ci tocca alla mitica ‘riforma’ Madia, una legge delega che permette al governo di estendere il meccanismo del silenzio assenso anche a chi si occupa di ambiente, tutela e salute (articolo 3) in combinato con l’articolo 2 che ‘semplifica’: Tomaso Montanari su Repubblica ci ricorda di quanto possa essere pericoloso fare così.

La retorica governativa secondo la quale è necessario contrastare chi sa solo dire di no, autorizza da sempre a dire molti sì che rovinano qualsiasi cosa. Capita da sempre, è una costante e in questo, come molti altri casi, il governo non è rivoluzionario: in alcuni casi è controrivoluzionario, in altri è banalmente conservatore.

Del resto, potremmo dire, la cementificazione fa parte del paesaggio. Come il Resegone o il Cervino. Bello.

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