Come sapete la ‘minoranza’ del Pd (ovvero l’ex-maggioranza) ha sempre votato tutto quanto e ha spesso criticato le prese di posizione di chi, come me, denunciava uno scivolamento progressivo e pericoloso verso posizioni che non erano le nostre.

Ha votato qualche settimana fa – con pochissime eccezioni – la riforma costituzionale, ritirando i pochi emendamenti presentati e non votando quelli da me proposti per il ritorno al Senato elettivo, ad esempio.

Ora, non mi pare che la ‘minoranza’ abbia mai dichiarato guerra a nessuno: anzi. Tutti si aspettavano che la legge elettorale sarebbe arrivata in aula dopo la campagna elettorale, non durante. Che il patto del Nazareno, che è andato in crisi subito dopo la votazione dell’Italicum al Senato, avrebbe lasciato spazio a qualcosa di diverso. E che insomma ci sarebbe stato modo di discuterne con serenità (per adottare un concetto di cui si è abusato).

Chi ha deciso di procedere così è stato il premier, che ha voluto calendarizzare la legge prima del voto, per fare campagna elettorale sul sistema elettoale (chissà se è stata una buona idea), corredando il tutto con la minaccia di fiducia lanciata giorni e giorni fa, registrando una profonda divisione all’interno del gruppo del Pd, procedendo alle sostituzioni di massa in Commissione.

Ora è convinto di avere i voti, ha solo paura che si apra la votazione degli emendamenti, perché il fronte si potrebbe ampliare: se mette la fiducia è per non correre rischi, se non quello di una spaccatura del Pd, che evidentemente ritiene meno importante dell’approvare una legge elettorale che lo mette nelle condizioni di fare le liste e di governare.

Un calcolo giusto, probabilmente, ma che qualcuno legittimamente non condivide. E non si adeguerà.

Altri, pur avendo strepitato, votaranno fiducia e Italicum, magari utilizzando il voto segreto per fare il contrario di quello che dichiarano.

Non è però solo un problema quantitativo: a me è chiaro fin dal primo giorno, chissà che non lo sia diventato anche per altri. Parlamentari e soprattutto elettori.

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