Lucrezia Ricchiuti è impegnata sul fronte della libertà di stampa e del rispetto della legalità, che dalla libertà di stampa dipende peraltro direttamente. Vi invito a leggere e a fare lo stesso.

Ecco la lettera di Lucrezia alla Gazzetta:

Caro direttore,

all’inizio de Il giorno della civetta, Leonardo Sciascia parla dei testimoni di un omicidio di mafia come di persone che hanno facce di ciechi senza sguardo. Credo che sia così che mafia e ‘ndrangheta vogliano che la cittadinanza si atteggi rispetto ai loro traffici e loschi intrighi.

Ai suoi cronisti, Rossella Canadè, Igor Cipollina e Gabriele De Stefani, e a lei personalmente esprimo quindi tutta la solidarietà di cui sono capace per l’assurda accusa che vi viene mossa per aver pubblicato parti dell’inchiesta Pesci.

Aggiungo che non è la prima volta: qualche giorno fa, per esempio, il giornalista Agostino Pantano di Calabria Ora è stato accusato di ricettazione per aver pubblicato parti di una relazione prefettizia prodromica allo scioglimento per mafia del Comune di Taurianova.

Personalmente credo che lo zelo di certe inchieste faccia oggettivamente, anche se involontariamente, il gioco delle mafie. E credo che sia giunta l’ora che il Ministero dell’Interno cambi la prassi che prevede la segretezza delle relazioni prefettizie sugli scioglimenti dei Comuni per mafia.

Con questa lettera intendo affermare la mia intensa vicinanza, sapendo che la sottoposizione a procedimento penale dei giornalisti che fanno un serio lavoro d’inchiesta significa isolarli e metterli a rischio personale.

Non voglio una cittadinanza con facce da ciechi senza sguardo e quindi la esorto ad andare avanti senza paura, perché le mafie si sconfiggono tutti insieme.

A questo proposito, mi farò carico di richiedere al presidente del Comitato sulle intimidazioni nei confronti dei giornalisti, Claudio Fava, nell’ambito dei lavori della Commissione nazionale antimafia di cui sono membro, di convocare al più presto i giornalisti in audizione per ascoltare la loro storia e per impedire che la solitudine professionale prenda il sopravvento rispetto agli impegni che, insieme, dobbiamo prenderci rispetto a questo importante tema“.

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