Vincenzo Vita mi fa notare che la proposta sulla Rai del governo, se è quella anticipata da Repubblica, in verità è una controriforma.

In sintesi: via i partiti (chissà) e dentro fino in fondo il governo nella gestione diretta dell’azienda.

Le lancette dell’orologio tornano indietro di quarant’anni. Vale a dire a prima della legge 103 del 1975, una delle grandi riforme italiane.

Il testo mise al centro del sistema il Parlamento, rompendo con il lungo periodo precedente, quello della Rai-monopolio nelle mani dell’esecutivo. 

Nello schema di cui si parla ora la figura preminente diviene l’amministratore delegato, mentre il consiglio di amministrazione pare divenire un organo di mero contorno.

Attendiamo ovviamente la proposta nella sua formalità (siamo ormai abituati all’annuncio di testi che vengono poi smentiti nel corso della stessa settimana in cui sono presentati), per meglio capire il nesso tra le roboanti dichiarazioni degli ultimi tempi e il progetto effettivo della riforma. Intanto un po’ di cautela è, come sempre, consigliabile.

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