C’era da aspettarselo. Molti non vedevano l’ora di poter dire: non ce la fa, finirà tutto come al solito, non si può mica volere la luna.

E così nel breve volgere di qualche giorno si è passati dall’enfasi (eccessiva) alla delusione (definitiva).

Credo che la vicenda greca non sia affatto conclusa. Che per la prima volta, qualcuno sia andato in Europa a far presente che esiste ancora la democrazia. Che lo abbia fatto rischiando molto, quasi tutto. Che abbia trovato resistenze forti, a Nord, ma anche a Sud (tipo l’Italia che parte ha fatto?). Che chi festeggia per la vittoria della Germania, non si renda conto di celebrare, in realtà, la sconfitta dell’Europa. E che siamo solo all’inizio di una vicenda che può anche finir male, ma non solo per la Grecia.

In poche ore sono spariti i fondi dei giornali (tipo il Corriere) in cui si chiedeva la svolta e siamo tornati a leggere i fondi del caffè per profetizzare tragedie e cataclismi.

Consiglierei a tutti di seguire attentamente questa storia e di non liquidarla con battute superficiali. Nel suo piccolo, questa storia, appunto, ha una valenza generale. E, dopo gli ultimi passaggi, la conserva, a maggior ragione.

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