Il concetto filosofico più frequentato dalla politica, soprattuto quando si discute di diritti civili, è quello del «contro natura». Funziona benissimo: quella legge non si approva perché i diritti che vuole riconoscere sono innaturali.

Ora, a parte che se fossero così innaturali, appunto, in natura non sarebbero contemplati (natura umana, ma anche animale). In secondo luogo, la stessa espressione fa riferimento a un’elaborazione culturale, quindi, semmai, sarebbe un «contro cultura». Da ultimo, ci sarebbe da capire perché mezzo mondo considera ‘naturale’ riconoscere i matrimoni egualitari, mentre noi siamo ancora a discutere di formule perifrastiche, senza alcuna innovazione rispetto al dibattito di quasi dieci anni fa (i famosi Dico, che in questo caso potremmo chiamare Non-Dico).

Se alle mie veloci considerazioni volete però dare forma e sostanza molto più alte e documentate, leggere il libro di Nicla Vassallo, Il matrimonio omosessuale è contro natura (Laterza 2015) può fare al caso vostro (e speriamo che lo legga anche qualche legislatore del Senato, perché là se ne discuterà concretamente nei prossimi giorni: o almeno così si annuncia).

Consiglio soprattutto il passaggio dedicato alla questione terminologica, che appassiona tanti, alla ricerca di una-parola-che-non-sia-proprio-matrimonio: Vassallo muove da Wittgenstein (Ricerche filosofiche) e precisamente dalla sua teorizzazione delle «somiglianze di famiglia» (e il fatto che si parli di famiglia, dovrebbe appunto farci riflettere): i matrimoni egualitari o, come li definisce Vassallo, same-sex, sono – rispetto ai matrimoni a cui siamo già abituati – come gli scacchi per la dama. Si possono anche chiamare diversamente, quindi, ma deve essere chiaro che si deve riconoscere «l’intercorrere tra loro di somiglianze di famiglia tali da considerarli tutti matrimoni, alla stessa stregua e col medesimo valore» (p. 110).

Vediamo se qualcuno, nel 2015, lo capisce anche in Italia. In mezza Europa e in moltissimi stati degli Usa lo hanno già fatto. Manchiamo noi. Chissà perché.

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