L’autostrada meno frequentata del mondo riceve un altro sostegno dalla Regione Lombardia e dal governo nazionale.

Avanti così: il futuro è un’autostrada. Perché non ci facciamo un hashtag?

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Ecco il testo della legge di stabilità:

FONDO INTERCONNESSIONE TRATTE AUTOSTRADALI. Prevista l’istituzione di un Fondo prioritariamente finalizzato alla realizzazione di opere di interconnessione di tratte autostradali per le quali è necessario un concorso finanziario per assicurare l’equilibrio del Piano economico-finanziario. Gli effetti finanziari della norma, pertanto, decorreranno a partire dal 2017, annualità che è inclusa nel triennio considerato dal bilancio 2015-2017. Il fondo è istituito, presso lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con una dotazione complessiva di 300 milioni di euro (20 milioni di euro annui dal 2017 al 2031). Alla ripartizione delle risorse, da utilizzare esclusivamente in erogazione diretta, si provvede con delibera CIPE su proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Lupi aveva detto inizialmente di no, poi la Brebemi ha avuto la meglio. Riceverà un contributo anche dalla Regione Lombardia, 20 milioni all’anno sottratti all’edilizia sanitaria (!), perché Maroni è da tempo favorevole e l’ha previsto nel bilancio regionale. Il Pd lombardo ha pesantemente polemizzato contro la decisione di Maroni, per poi dover registrare che il governo aveva fatto lo stesso. Anzi, di più. E così l’assessore alle Infrastrutture della giunta Maroni ha invitato il capogruppo del Pd, Enrico Brambilla (a cui va tutta la mia solidarietà), ad allinearsi al governo nazionale:

A qualche amico del Pd consiglierei di andare a leggere i contenuti della legge di stabilità 2015 prima di fare lo scandalizzato sulle decisioni assunte dalla Regione.

L’assessore al Bilancio, poi, ha rincarato la dose:

La Regione ha chiamato il contributo per la Brebemi-A35 per quello che è. Il Governo ha preferito dargli un nome diverso, ma la sostanza non cambia.

Tutte le richieste di Brebemi sono così state accolte. La dovevano pagare i privati: cioè, noi.

[Grazie a Monica Frassoni e Stefano Catone per la collaborazione]

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