Una direzione convocata con meno di 48 ore di preavviso (l’ordine del giorno, vaghissimo, con meno di 36 ore).

Una platea con molti vuoti, mozioni letteralmente prive di rappresentanza.

Una relazione che avrebbe dovuto chiudere il patto del Nazareno, che non si è chiuso.

Nessun documento presentato, nessuna chiarezza sulle modalità di voto del Jobs Act, nessun dettaglio sulle necessarie modifiche alla legge di stabilità.

Nessun voto finale: per ammissione stessa del segretario, non c’è alcuna novità rispetto al mandato ricevuto a gennaio (quindi dieci mesi fa, prima ancora di diventare premier: che urgenza!).

Nessun impegno su Terni (ci si chiede chi Guidi la trattativa), nessun ripensamento sulla divisione a sinistra, nessun commento sulla vera soglia che avremmo dovuto discutere, il quasi meno quattro (percentuale) della produzione economica.

Un sacco di date e di scadenze che si assommano e aggiungono alle precedenti, che preludono alla scelta di porre una fiducia alla settimana.

Insomma una direzione urgente, urgentissima.

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