E dividerla tra padroni e lavoratori, così dice il premier.

E anche tra vecchi e giovani, conservatori e innovatori, governisti e professoroni, uomini del fare e intellettuali rosiconi, maggioranza e minoranza, ministri e gufi, una sinistra buona e una cattiva, nuovi virgulti e vecchia guardia, con me o contro di me, chi si adegua e chi se ne farà una ragione, luoghi del futuro e piazze della protesta, nazareni e radicali, lealisti e stianosereni (se poi se ne vanno, meglio ancora).

Messaggi divisivi in un’unica soluzione: un vero e proprio disegno. Chissà di chi.

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