Andrea Ranieri, ieri, su Facebook (e in direzione):

Vittorio Foa, quando raccontava la sua esperienza di Costituente, era solito distinguere le sedute parlamentari del mattino – in cui gli schieramenti politici si contrapponevano duramente – a quelle del pomeriggio, in cui ci si assumeva la propria responsabilità di costituenti, e si ragionava per costruire i principi e le regole che dovevano essere alla base della nuova Italia, fondata sui valori dell’antifascismo e dalla Resistenza.

La Costituzione fu possibile perché in quei pomeriggi si mettevano da parte le rigidità delle appartenenze, ci si spogliava dei settarismi, e si ragionava sulla base degli interessi superiori della nazione.

Non si appiattivano nè si cancellavano le diversità, ma i diversi ragionavano insieme su come le diversità potessero continuare ad esprimersi nella democrazia riconquistata.

Fa un po’ impressione leggere, a proposito della discussione Costituente sulla riforma del Senato, frasi come “la compattezza viene prima di tutto” pronunciate da autorevoli esponenti del PD e del Governo per tacitare le posizioni di Corradino Mineo.

È l’inverso di quel che avvenne in quella gloriosa stagione politica del dopoguerra.

La logica della mattina – quella degli interessi del breve periodo e della politica politicante – invade gli spazi del pomeriggio, quelli che dovrebbero scrivere, in piena libertà e responsabilità e autonomia, le regole del futuro. Non ci siamo proprio.

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