Se c’è una bibbia delle Previsioni del Tempo questa è Il tempo e l’acqua di Andri Snær Magnason. Lo pubblica Iperborea ed è un libro inestimabile per tante ragioni.

La prima è la riflessione sui cambiamenti climatici (questi sconosciuti!) e sulla scala del tempo, che abbiamo trasformato e che rischia di condannarci. Ciò che accadeva in milioni di anni si sviluppa nel breve volgere di una generazione.

Magnason conta il tempo con l’età delle nonne, ci fa capire che dobbiamo intervenire, tra l’Islanda e l’Himalaya, mentre tutto si scioglie e rischia di finire, perché tutto è già quasi irrimediabilmente perduto, sotto il segno della “mucca universale” (per sapere di che cosa si tratta, beh, acquistatelo!).

Dovrebbe essere obbligatoria la lettura di questo libro per tutti coloro che hanno responsabilità politiche, per chi insegna, per chi vuole essere cittadino del mondo in modo consapevole.

C’è da allarmarsi, dice Magnason. Anzi, c’era da allarmarsi, perché ora è il momento di agire. Salvare il mondo significa destinare il 2,5% del Pil per contrastare i cambiamenti che chiamiamo climatici ma li abbiamo provocati noi. Per salvare le specie, tra cui la nostra. Per dare alle bambine di oggi la possibilità di essere nonne e per sperare che di nonne ce ne siano tante a venire.

Abbiamo predisposto una selfmade Apocalisse senza curarcene e se qualcuno ce lo fa notare ci infastidiamo, perché abbiamo un sacco di altri problemi. Ecco, tra qualche anno non ci saranno più nemmeno i problemi. Avremo risolto tutto.

Il punto di vista di Magnason, che osserva il pianeta dall’Okjökull, da quel ghiacciaio che ora non c’è più, deve essere quello di ciascuno di noi.

E se uso toni imperativi è perché penso che abbiamo scherzato abbastanza. E non ci sia più nulla da ridere. Il tempo delle chiacchiere, delle distrazioni e degli interessi dei pochi che hanno puntato sul disastro del pianeta, è finito.

Ora tocca a noi, giorno dopo giorno, ora dopo ora.

«Questa è una gara in cui tutti vincono o in cui tutti perdono»: e da questa piccola e decisiva verità dovremmo partire, perché sarebbe – questa – l’occasione per cambiare anche le cose che nel mondo in cui viviamo non funzionano, al di là dei dati ambientali e dell’approssimarsi della “fine”.

«La soluzione», dice Magnason, «è sepolta in gran parte nell’immaginazione».

Già che ci siamo, oltre a salvarlo, di mondo costruiamone uno nuovo. Un mondo in cui tutti vincono o tutti perdono.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti