Non è per cattiveria, né per merito, se tutti dicono che ormai il vostro affezionatissimo rappresenta l’unica minoranza del Pd.

Non è per cattiveria, perché sto solo dicendo le cose che penso, e che pensiamo, perché non ho perso la voglia di confrontarmi e di ascoltare gli elettori, come ho fatto in occasione della prima ‘clamorosa’ fiducia.

Non è per merito, perché sono gli altri che si sono tutti allineati, e non da ora: almeno da quando hanno ‘eliminato’ Letta per fare spazio a Renzi, accettando (e a volte peggiorando) le sue proposte.

Ormai tutti hanno una corrente renziana di secondo livello (un po’ come per province e Senato): non eletta direttamente, diciamo, ma presto convertitasi al renzismo, con scelta politica dichiarata, che non mi piace, ma che trovo legittima.

Penso anche che in questo schema un certo dalemismo (perdonatemi la semplificazione) si sposi bene con alcuni elementi del renzismo, soprattutto per quanto riguarda le alleanze e le modalità di azione in Parlamento. E non mi sto riferendo alla promessa di un D’Alema commissario europeo, che aleggia nelle stanze romane, ma a un fatto politico e forse culturale.

Del resto, praticamente tutte le ex-minoranze hanno (legittimamente) chiesto spazi al governo, dimostrando un atteggiamento molto collaborativo, a cominciare dalla legge elettorale, che si è strada facendo dimezzata grazie anche al loro contributo.

Per il resto, penso che non sia il caso di dividersi in correntine, né di fare un’opposizione tout court. C’è bisogno di spiegare e migliorare le cose, superando le cose che sono superabili, con un po’ di buon senso.

E non mi piace che tutto sia personalizzato: anzi, vorrei semplicemente che ci fosse più circolazione del pensiero e rispetto delle idee altrui, tra un ultimatum e l’altro, tra una minaccia e un fuori chi non ci sta.

Gli elettori che incontro – soprattutto i miei – si dividono in due categorie: dicono “fermatelo!” oppure “lasciatelo lavorare!” (frase che mi riporta a quando facevo la maturità).

La mia proposta è sostituire entrambi gli slogan con: “facciamo le cose bene”. Postilla: “se ci riusciamo”. Con il plurale e il pluralismo. Altrimenti, a Renzi basta Renzi. Che è capace di fare bene (o male) anche da solo.

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