L'opinione pubblica è folgorata per l'abolizione di tremila stipendi dei Consigli provinciali. Ora, a parte che un consigliere provinciale ha un gettone per seduta di poche decine di euro, forse, quando si tratta di ridisegnare le competenze dello Stato e delle sue articolazioni e la struttura degli enti locali, si dovrebbe procedere con norme meno pasticciate del decreto appena votato al Senato, e con argomenti più solidi dal punto di vista costituzionale. Ma non è nemmeno questo il punto.

Il punto è che chiedo che ci sia almeno lo stesso accanimento che l'opinione pubblica destina ai consiglieri provinciali anche per gli evasori, i corruttori, i mafiosi.

Perché non mi pare sia così: è più facile prendersela con il consigliere provinciale che con l'evasore nazionale. Fa più audience, anche se è un fenomeno (legale) che vale un milionesimo dell'altro fenomeno (illegale).

Anche per questo serve il giorno legale: per ricordarci che cosa è legale e cosa non lo è, per ribadire che i veri problemi dell'Italia sono alcuni, non altri.

P.S.: poi vorrei capire perché gli amministratori provinciali prorogati dovrebbero lavorare gratuitamente, perché la demagogia è forte, ma a volte è davvero insensata.

P.S./2: poi ancora vorrei capire perché si toglie il gettone agli amministratori provinciali, prorogando l'istituzione, ma non si dimezza lo stipendio dei parlamentari, come sarebbe immediatamente possibile: l'ho spiegato un migliaio di volte. Basterebbe che il Pd non chiedesse più il cospicuo contributo ai propri parlamentari, che si rivedesse la diaria soprattutto per chi risiede a Roma e che si spostasse direttamente sull'amministrazione della Camera il contratto tra il parlamentare e il proprio collaboratore, senza che vi sia passaggio di denaro verso il parlamentare.

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