Arianna Ciccone analizza con precisione la situazione. In particolare vi consiglio le parole in neretto:

Ritornando all’interpretazione mainstream più o meno unanime a mio modestissimo parere quella visione fa acqua da tutte le parti. Perché? Perché da quello che leggo e sento mi sono fatta l’idea che ci sia una narrazione altrettanto potente nell’opinione pubblica, tra i cittadini (non tutti certo, ma sicuramente sono tanti).

La percezione di molti cittadini (sottolineo più volte il termine “percezione”) è che «i fascisti» sono anche altri.

Secondo questa percezione non è affatto democratico, per fare un esempio, il favore (per alcuni addirittura regalo) fatto alla banche, non è affatto democratico l’uso (mai visto fino ad ora) della ghigliottina, non è affatto democratica una legge con la soglia al 37% per accedere al premio di maggioranza, con la soglia dell’8% per i partiti non coalizzati, con le liste bloccate e le candidature multiple. Non è affatto democratico un accordo sulle regole fondamentali del gioco democratico con un condannato in via definitiva.

È possibile che questa irresponsabilità di Grillo la pagherà il Movimento in termini di voti e di consenso (lo vedremo presto alle prossime elezioni europee). Ma se non accadrà a mio sempre modestissimo avviso sarà anche responsabilità di chi non ha saputo registrare a livello giornalistico l’altra narrazione e a livello politico non sarà riuscito a costruire una visione, una offerta politica tale da creare consenso intorno a un altro modo di gestire dissenso e conflitto. A partire dalla legge elettorale: in un clima di forte disprezzo verso i partiti, in un clima di profonda distanza fra politici e cittadini davvero era il caso di sacrificare la rappresentanza in nome della governabilità?

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