È non essere a Roma, alla manifestazione contro l’omofobia, per i diritti e quella che sarebbe più corretto chiamare la cittadinanza LGBT.

Manifestazione a cui aderisco, con la proposta politica più nitida che si sia mai vista nel Pd, per un riconoscimento pieno dei matrimoni egualitari (se non li chiami così, vuol dire che non li vuoi fare). All’insegna della laicità dello Stato e della nostra Costituzione, che ci sono care e che dovrebbero venire prima di tutto.

Contro l’omofobia e la discriminazione, con più forza e con più coraggio, perché sono tra le peggiori vergogne del nostro Paese.

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