Sì, proprio così. Se sarete in tanti a votare alle primarie (condizione primaria, appunto) e se sarò segretario del Pd, nel 2014 faremo tutto il contrario di quanto è successo nel 2013. A cominciare dalla campagna elettorale, vigorosa e riconoscibile e da un governo scelto dai cittadini e rispettoso del loro voto.

Ne parlavo ieri in volo (Ryanairz) verso Bruxelles con un militante del M5s, che si è seduto a fianco e ha fatto una diretta Facebook della nostra conversazione. Le occasioni perdute quest’anno hanno deluso molti, moltissimi.

Lo schema delle riforme costituzionali con la modifica dell’art. 138 (che con tutta probabilità non ha i numeri per proseguire), le larghe intese imprecise che si sono ristrette, il Berlusconi decaduto ad agosto ma protagonista per quattro mesi, un’alleanza con la destra che l’ha abbandonato solo dopo la condanna, guidata da Angelino Alfano detto Lodo. E Rodotà e Prodi, e la mozione Giachetti votata dal M5s ma non dal Pd, e l’alleanza rotta con Sel, che pure avevamo fatto sottoscrivere a tre milioni di elettori (e il premio di maggioranza che non ci voleva la Consulta per capire che non ce lo saremmo meritati più, dopo aver rotto con Sel).

Tante altre cose che dobbiamo semplicemente rovesciare, perché l’Italia ha bisogno di un governo politico, che abbia una sua ricetta, e di un gruppo dirigente completamente rinnovato, di potersi fidare di gruppi parlamentari che votino in modo trasparente.

Di questo parlavo, ieri, con il mio interlocutore, garbato ma parecchio indignato. Era del M5s, chiaro, ma non è che gli elettori del Pd che incontro in queste settimane mi rivolgano domande molto diverse da quelle che ho ascoltato ieri, mentre si faceva il viaggio che tanti italiani più giovani di me fanno, per cercare quella fortuna e quella realizzazione di sé che in questo Paese è così spesso negata.

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