Il metodo Grillo, che più che un metodo Boffo è un metodo buffo, colpisce ancora, a vanvera, come sempre più spesso gli capita. Terrorizzato dal fatto che il vostro affezionatissimo sia l'unico che può recuperare il voto Pd in prestito al M5S, Grillo – o meglio Casaleggio, perché sappiamo che decide lui – attacca ancora. Dopo il cane da riporto, un riporto da cani, a cui ho già risposto due mesi fa.

Siccome sono settimane che leggo boiate in proposito (a cui non ho risposto per i motivi che illustro tra un momento), ringrazio di cuore chi ha voluto precisare alcune cose sulle mie votazioni in Parlamento, nel confronto con altri parlamentari (maliziosamente scelti tra le file dei falchi del Pdl).

In più, faccio notare che il partito di cui faccio parte è mio malgrado alleato con il Pdl, e quindi è inevitabile che – rispondendo a una dinamica di gruppo – mi ritrovi a votare come il Pd e finisca per votare in modo simile al suo alleato, soprattutto nelle votazioni ‘ordinarie’.

Nei voti chiave, invece, come sa chi segue questo blog, mi sono spesso distinto, sempre cercando di non rompere con il mio partito (a cui tengo) ma mantenendo la mia autonomia, dal voto sul Presidente della Repubblica alla fiducia al governo.

Posizione difficile, lo so bene, nello stesso tempo insopportabile per molti dirigenti del Pd e incomprensibile per molti sostenitori del M5s.

Ma non siamo tutti uguali: il problema, al rovescio, è che in alcuni casi sono stato proprio “tutto diverso” dagli altri, quasi tutti.

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