20131010-142856.jpg

Sono abbastanza certo di non aver autorizzato Gianni Cuperlo (a cui manderò un sms di auguri, in ogni caso) a inviarmi comunicazioni inerenti la sua campagna a segretario – anche solo per il fatto che, banalmente, sono candidato pure io – ma sono ancora più certo di non aver autorizzato a scrivermi un sms con un numero che corrisponde a una società privata di Roma. In questo messaggio, con intestazione “Italia 2014”, si legge: «Apri la tua casella di posta elettronica, troverai le istruzioni per sottoscrivere la candidatura di Gianni Cuperlo». Ne deduco che il comitato ha quindi, oltre al mio numero di telefono, anche l’indirizzo mail. Troverò nulla nella cassetta delle lettere?

Scherzo, ma fino a un certo punto: da qualche settimana ricevo da miei sostenitori lamentele per le continue email provenienti da comitati che non hanno mai sottoscritto. Da dove provengono quegli indirizzi? Dai database del Pd? Perché nel caso sarebbe molto grave, e anche molto illegale: non a caso per la mia campagna ho deciso di utilizzare solo dati di cui posseggo l’apposita liberatoria. Oppure sarebbe il caso che il Pd, una buona volta, consentisse l’utilizzo dei suoi dati, e lo facesse per tutti i candidati, cosa che al momento non risulta (posto che sia possibile, e non credo proprio).

In molti mi annunciano la volontà di dare il via a una class action nei confronti dei candidati che non faranno niente per impedire questo genere di violazione della privacy. Cosa devo rispondere loro? E il congresso di fatto deve ancora iniziare: che facciamo?

P.S.: chi volesse sostenere Cuperlo può ovviamente fare tesoro dell’informazione che trovate nell’immagine qui sopra. Siamo democratici, dopotutto.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti