Senza polemica ma nemmeno senza memoria. Perché, di questi tempi, come diceva quel filosofo, anything goes (tradotto in: tutto fa brodo), ma anche no. Non lo possiamo accettare.

Da quando ero ragazzino, i barconi attraversano il mare. E per quanto riguarda la politica, sono serviti soprattutto a vincere le campagne elettorali, quei barconi. Le campagne della Lega e del Pdl, falchi o colombe poco importa. Lo dico, perché non mi risulta che nessun esecutivo, nemmeno quello in tutto simile a questo, presieduto da Mario Monti, abbia mai inteso fare nulla in proposito per cambiare le cose. Anzi. La Bossi-Fini è stata da sempre una bandiera per la destra, così come lo sono stati il reato di clandestinità, la retorica dei respingimenti (che contagiò anche la sinistra, con Fassino e altri), i Cie (su cui anche la sinistra avrebbe dovuto riflettere ben diversamente) e tutte quelle ordinanze che l'ultimo esecutivo politico (presieduto da Berlusconi fino a due anni fa, non nell'Ottocento) ha voluto celebrare nel memorabile pacchetto sicurezza.

Vorrei ricordare che l'attuale ministro dell'Interno Alfano è recentemente stato ministro della Giustizia del governo con Berlusconi, e ha sostenuto, da vicino, proprio tutto quello che ora di cui ora ci scandalizziamo. Alfano si sorprende e invoca l'Europa, in un secondo curioso rovesciamento.

Perché il problema è che da vent'anni, in questo Paese, la destra ha flirtato con il razzismo istituzionale e con la discriminazione dichiarata anche a livello legislativo. Lo ha fatto la Lega, certo, ma l'hanno sempre accompagnata i cattolicissimi suoi alleati, a cominciare da Formigoni e dalle sue leggi contro i kebab e i phone center (di cui ho scritto diffusamente in Regione straniera). E, secondo punto, ha diffidato dell'Europa, questa destra, da sempre. Con i risultati che vediamo e che sappiamo.

Non ha voluto che l'Europa guardasse a Sud, com'era invece necessario, e non solo per la questione che oggi discutiamo. Non ha voluto fare i conti nel modo corretto, dando le proporzioni del fenomeno degli sbarchi. Non ha voluto aprire un dibattito pubblico, se non per protestare e alimentare una polemica contro gli stranieri che avrebbe portato voti e ancora voti.

I dati, dei morti e dei vivi, di questi ultimi vent'anni li dà scrive oggi Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera. In prima pagina. E lo fa da anni. Più o meno negli spazi con cui ha denunciato i costi della politica. Questi sono diventati mainstream, la vicenda dei flussi migratori, no.

Di questa ipocrisia ha parlato Pezzotta, ricordandoci che in Italia, per fortuna, c'è anche un altro modo di intendere lo spirito del cattolicesimo. E ribadendo che non è oggetto di polemica tra le parti, ma deve essere una critica che la politica in generale pone a se stessa.

E se è l'Europa che si deve svegliare, come ripetono tutti anche per far passare in secondo piano incertezze molto recenti, ci dobbiamo svegliare anche noi, che per altro dell'Europa facciamo parte. Se non ci facciamo sentire in termini culturali e politici (e, ripeto, non lo abbiamo fatto), poi non lamentiamoci. 

E facciamo i conti con noi stessi e con la realtà, come ha scritto ieri Fausto Melluso su Facebook, in una nota dura che vi consiglio di leggere:

Sul lato militare ci sarebbe da temere seriamente per la nostra sicurezza nazionale, se è così che controlliamo le nostre coste. Se fosse vero quel che ha detto il sindaco Nicolini, cioè che visti i recenti sbarchi nella Sicilia orientale si siano spostati là i mezzi per pattugliare, allora sarebbero in tanti a doversi assumere delle responsabilità per quel che è successo. Ministro in testa. Quanto alle imbarcazioni civili c'è da conoscere, come ha giustamente detto la Nicolini, tutte le vicissitudini che hanno trascorso in passato i pescherecci che hanno deciso di soccorrere i barconi dei migranti.

È a conoscenza il ministro Alfano dei pescatori che, per aver soccorso una nave in difficoltà, si sono trovati sotto processo per reati legati al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina? È a conoscenza dei tanti pescatori che hanno danneggiato la loro barca per portare in salvo i migranti e poi hanno atteso anni per ottenere l'indennizzo cui hanno diritto per riparare la barca? È a conoscenza il Ministro Alfano dei sequestri prolungati alle imbarcazioni dei pescatori che hanno soccorso i migranti disposti dalle autorità giudiziarie? Penso di no, perché se sapesse quanto male si è comportato lo Stato con i pescatori che hanno coraggiosamente salvato migranti in mare, metterebbe in conto che è del tutto plausibile che qualcuno, non volendo rischiare di mettere la propria attività in ginocchio, abbia voltato la testa dall'altra parte, magari solo perché riteneva che il pericolo non fosse così imminente e quella barca in qualche modo sarebbe giunta a riva.

Gli italiani saranno pure eroi, ma certo lo Stato in questi anni non ha incentivato l'eroismo. Le responsabilità di questa tragedia, che è tutto tranne una fatalità, sono tutte legate alle scelte di politica migratoria che abbiamo fatto, spendendo i nostri soldi in agenzie come Frontex anziché investirli in strumenti che potessero prevenire episodi del genere. Perché in fondo, in aperta contraddizione con la realtà fattuale, agiamo come se fosse vero che essere "umani" con chi arriva determinerebbe un'invasione. Mentre è chiaro che le dinamiche migratorie non vengono affatto influenzate dalle scelte di politica interna, tanto più per un paese come l'italia che è ormai un paese di transito per la stragrande maggioranza dei migranti, e presto anche per la stragrande maggioranza degli italiani.

E non c’entra con il mio giudizio sulle larghe intese, tutto questo. Perché le intese, tra la destra che ne faceva uno dei suoi cavalli di battaglia preferiti in campagna elettorale, e una sinistra che si spaventava, temendo di perdere consenso e abbozzando risposte timide sia sulle soluzioni amministrative che sulle questioni politiche di fondo, da questo punto di vista, ci sono da sempre o quasi. E non sono solo larghe, sono lunghissime.

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