Se cade il governo, se cade davvero, intendo, e non se – come si dice a Bari – “ancora cade”, i critici motivati avevano ragione su tutta la linea. Non lo ammetterà nessuno, ma è (tristemente) vero.

E se la parola passa, com’è ovvio, a Napolitano, è il Presidente che deve tornare sulle parole pronunciate in aula al momento della sua rielezione, che non avevo condiviso: quando collegò i destini della sua Presidenza-bis alle sorti del governo e in particolare della maggioranza che lo aveva votato.

Per me, al netto di tutto questo, è necessario cambiare la legge elettorale, per non chiudere in modo fallimentare questa legislatura, con tutte le parole che sono state spese, spesso a vanvera, sul tema delle riforme. E sistemare tutte le cose che questo governo ha finora rinviato, in campo
economico e fiscale, lasciando tutti i sentieri interrotti.

Ciò significa capire se in Parlamento, per fare queste due cose, ci sono i voti.

È molto semplice, e abbiamo bisogno di chiarezza, al di là della retorica degli uni e dei proclami degli altri, perfettamente simmetrici, per altro.

Una maggioranza alternativa (a proposito del non ci sono alternative… sigh), c’è, per le due cose che ho detto.

Basta volerle vedere le cose, però. E non girarsi dall’altra parte, come abbiamo sempre fatto.

Per vederle, non si può fare il calciomercato con i grillini o le colombe del Pdl, ma fare una proposta politica precisa e credibile, per intenderci: saranno i parlamentari e i loro gruppi a rispondere.

Se poi Napolitano dovesse registrare che non ci sono i voti in Parlamento, sarebbe il fallimento di un’intera annata politica, e sarebbe doloroso per tutti. Perché i critici di cui sopra sono soprattutto preoccupati del fatto politico generale, non della propria convenienza.

P.S.: per la serie “ancora cade”, noto da settimane (anzi, da un mese preciso) che il dibattito sta assumendo i contorni della finzione letteraria e di una sorta di realismo magico: tutti minacciano la crisi, ma nessuno la apre formalmente. Tutti parlano del 9 settembre, ma tutti sanno che la questione slitterà di qualche giorno (speriamo pochi giorni, perché se passiamo un altro mese così poi ci ricoverano). Tutti escludono cadute, ma si preparano al dopo: chi alle elezioni (Grillo e i falchi del Pdl, su tutti), chi a trovare una scialuppa di salvataggio, per continuare a navigare (a vista). È il momento di mettere un punto fermo, invece, e di dirci le cose come stanno: fosse il ‘mio’ Pd, lo avrebbe già fatto.

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