Nelle ultime ore il capogruppo del principale alleato del Pd – che ormai replica a ogni mia uscita – mi ha dato dell’ignorantello e del violento perché ho definito “stronzata” (termine tecnico) la proposta di Berlusconi in campagna elettorale a proposito dell’Imu.

È giusto ricordare quale fosse, a distanza di qualche mese, quella proposta, anche per comprendere il livello a cui siamo precipitati.

Berlusconi promise la restituzione dell’Imu, non l’abolizione (che già è discutibile, come dicono tutti, anche i commentatori di destra, per capirci): no, Berlusconi promise che l’avrebbe restituita.

Qualcuno ironizzò dicendo che, se non ci fossero state le risorse, i soldi necessari (per la prima casa fanno quattro miliardi) li avrebbe messi lui. E lui disse: garantisco personalmente.

Ora, come la chiamereste una proposta di questo tipo? Perché a me sembra una presa in giro, in tutti i sensi, e fin dall’inizio di questa storia. Mi sembrava così allora, e mi sembra così anche oggi.

E il Pd lo dovrebbe dire, una volta per tutte, e senza perdere altro tempo, che ne abbiamo già perso un botto.

C’è un motivo in più, da qualche giorno: mettersi al tavolo con Berlusconi a discutere delle sue proposte, potrebbe costituire un precedente pericoloso, soprattutto se la campagna elettorale partirà tra pochi giorni (anzi, pare sia già partita). Non vorremmo che il risultato fosse che noi ci troveremo ad essere quasi d’accordo con uno dei prossimi tormentoni del Berlusconi scatenato. Non mi pare proprio il caso.

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