Un esperto deputato del Pd si aggira per il Transatlantico facendo profezie.

La profezia più forte è questa: se nel Pdl dovessero vincere le colombe (e non i falchi e le pitonesse) e la saga Berlusconi andasse a chiudersi definitivamente, senza il passaggio di consegne ereditario, per intenderci, si creerebbe uno spazio politico nuovo, che potrebbe richiamare l’attenzione di una parte del Pd, quella attualmente più governativa.

Si compirebbe quindi lo schema politico che si è affermato fin dalla fine del 2011. E si avrebbe sì una scissione, ma da destra, e non da sinistra come qualcuno ripete quasi ogni giorno (di solito chi parla di scissione, sotto sotto, ne coltiva il disegno).

Non ci sarebbe più il Pd, che infatti sta evaporando. Il centrosinistra sarebbe un lontano ricordo. Ci sarebbe un partito moderato, il Pdmenoelle o forse il PdmenoPd.

Chissà, la profezia è inquietante e il profeta in questione non sempre le azzecca, ma i motivi per cui mi sento a disagio da tempo sono proprio questi. E il pensiero che il problema non sia la caduta, ma l’atterraggio.

Perché oggi sappiamo dove siamo (non che sia chiarissimo, ma diciamo che si capisce), tra qualche mese non proprio.

Anche per questo è necessario coltivare il senso dell’alternativa, proprio quella che ora è negata da parte di chi proprio là (forse) ci vuole portare.

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