Ora, o siamo messi malissimo, o non lo siamo.

Se lo siamo, c’è bisogno di un governo, certamente. Ma di un governo che faccia cose radicali.

Per esempio, non togliere l’Imu a chi la può pagare, tipo ai parlamentari.

Ma chiedere alle persone che stanno meglio, di fare uno sforzo straordinario.

Ai parlamentari di ridursi lo stipendio, ai partiti di ridurre le spese, ai dipendenti pubblici e delle imprese pubbliche di guadagnare meno del Presidente della Repubblica, agli evasori (non quelli che non ce la fanno, come direbbe Fassina, ma quelli che ce la fanno benissimo, e sono ricchi proprio per via dell’evasione) che toglieremo gran parte del contante di torno.

Faremmo la legge sul conflitto di interesse, ma non per Berlusconi (Gesù!) per tutti quelli che sono controllati da controllori amici (o da se stessi), da chi siede in decine di CdA, dai patti di sindacato che blindano l’economia e che ridicolizzano la concorrenza.

Ecco, un governo d’emergenza dovrebbe affrontare l’emergenza, soprattutto se, come dicono alcuni, siamo messi malissimo.

Se invece, come ha detto il premier al gruppo del Pd, in autunno ci sarà la pianura e all’inizio dell’anno ci sarà addirittura un po’ di discesa, allora vorremmo capire: quali sono gli ‘estremi’ e i dati reali di questa situazione e quanta retorica invece ci accompagni.

Così avremmo qualcosa di un po’ più forte da dire all’Europa e alla Germania, perché va bene tutto, ma come è stato giusto punire i lazzaroni, sarebbe il caso di promuovere chi si redime, come gli italiani che, a costo di sacrifici notevoli, soprattutto per i più deboli, hanno fatto più degli altri europei, in questi ultimi tempi, per mettersi a posto.

Ecco, delle due l’una.

Altrimenti non ci capisce più nessuno.

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