Mi scrive Salvo, a proposito del solito grido al golpe dei berlusconiani sulla giustizia:

Basterebbe una veloce indagine per smascherare l’ennesima bufala sulla fissazione dell’udienza in Cassazione in tempi rapidi: decisione “senza precedenti” chiosano inorriditi.

E allora, ecco i precedenti: Cassazione penale, Sez. 5, Sentenza n. 8260 del 08/11/2007 Ud. (dep. 22/02/2008 ) Rv. 241748 nella cui massima si legge: “Non sono lesi i principi di imparzialità e terzietà del giudice nel caso in cui la richiesta del Procuratore Generale presso la Corte di cassazione di riduzione dei termini di comparizione per l’udienza dinanzi alla Corte stessa sia stata indotta dalla segnalazione dell’imminente prescrizione del reato inoltrata da uno dei giudici addetti al cosiddetto “Ufficio spoglio”, la cui attività non ha natura giurisdizionale e non è destinata a condizionare né le parti processuali né tantomeno i Collegi giudicanti.”

La decisione fa riferimento all’art. 169 disp. att. c.p.p., che consente al presidente di disporre la riduzione dei termini di comparizione su richiesta anche di una sola delle parti processuali, pubblica o privata che sia, (vedi Cass., Sez. 2 penale, 21 marzo 2003 – 28 marzo 2003, n. 14791, CED 224136 e Cass., Sez. 5, penale, 10 settembre 2003 – 21 ottobre 2003, n. 39736, CED 226660).

Nel caso di specie è stata accolta la richiesta della parte pubblica che ha segnalato il rischio di imminente prescrizione del reato. Legittimamente, quindi, il Procuratore Generale ha rappresentato l’interesse dell’Ufficio a pervenire ad una definizione del procedimento in tempo utile e ciò anche in ossequio al principio, oramai di rango costituzionale, della ragionevole durata dei processi.

Del resto la norma in discussione è stata ritenuta costituzionalmente legittima, o meglio la relativa eccezione manifestamente infondata – rientrando nei poteri del legislatore disciplinare i termini processuali secondo criteri di ragionevolezza (così Cass. 16 febbraio 1998, Aurelio, CED 210210)”.

Il problema, allora, è quello di sempre. Anelano all’impunità del proprio Capo come diritto acquisito: il voto popolare lo renderebbe, insomma, “sciolto dalla legge”.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti