Alessia Rotta, parlamentare Pd, è andata a Valeggio sul Mincio, dove un intero circolo del Pd si è autosospeso.

“Noi del circolo Pd, il Pd, non lo votiamo più. Mettetevelo bene in testa, noi non vi votiamo più. E, a fare i banchetti, ci vengano a mettere la faccia quelli di Roma, o i 101.”

È il saluto di benvenuto del circolo di Valeggio, ultimo di un sequel desolante di assemblee amareggiate, arrabbiate, sciolte.

Qui il circolo si è autosospeso.

È il rancore doloroso, pesante, di chi si sente derubato non solo, come direbbe retoricamente qualcuno, di un sogno, ma di un pezzo di vita sua, di una casa che ha contribuito a costruire, dove oggi si sente uno scomodo ospite. Si sentono traditi Giovanni, Fiorella, Roberto, Alberto, Bruno, Cesare, Nicola, Emilio. Non capiscono perché siamo arrivati a governare assieme al Pdl. Sono smarriti perché nessuno ha spiegato loro nulla: sono stati ignorati anche di fronte al loro ultimo, estremo atto.

Emilio, che qui ha aperto il circolo, qualche anno fa e si definisce ancor oggi un dossettiano, chiede perché non siamo riusciti a fare il governo del cambiamento, per il quale tante parole anche lui ha speso in campagna elettorale, conquistando i voti uno ad uno. E la spirale delle incomprensioni riconduce a quei 50 giorni: streaming 5 stelle, il disastro in più fasi dell’elezione del Presidente della Repubblica. Gli argomenti più gettonati: i 101, il diktat di Napolitano. La cosa più dura da capire tra un “perché non avete detto sì a Rodotá e perché avete detto sí al Pdl, a nostra insaputa”, è spiegare, senza costruire la storia con il senno di poi, ma a valle di quanto successo, che la maggioranza dei deputati eletti democraticamente con le democratiche primarie ha voluto questo governo con questi alleati e non con altri. Ma ai nostri cari militanti le formule palliative, del governo del ‘nonostante’, ‘che non avremmo voluto proprio così’ non bastano. Non bastano a trovare la fiducia che hanno perso e l’energia per ricominciare.

Chiedono un congresso subito, il prima possibile, per ripartire con un altro passo, uno più vicino al loro.

Chiedono ai parlamentari di farsi sentire, di coalizzarsi per cambiare la dirigenza che ha portato qui il Partito Democratico, nonostante il parere contrario dei circoli. A loro ho solo detto di iniziare il tesseramento, per fare sentire la loro voce più forte. Più forte della ninna nanna normalizzante che rischia di addormentarci per sempre.

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