Ora, ci mancava solo la polemica a posteriori sulla manifestazione della Fiom. Il Pd non è andato (non ci va mai, all’insegna della tattica alla Nanni Moretti – mi si nota di più… – che gli ha portato molta fortuna). Non ci è andato, questa volta, anche perché è al governo con il Pdl e perché sono successe tutte le altre cose che sappiamo. Però, mi impressiona, soprattutto da parte di un segretario che è stato segretario della Cgil, un atteggiamento così liquidatorio nei confronti della manifestazione e della piazza, in un momento come questo che è drammatico per i lavoratori e per le imprese, soprattutto. Di chi il lavoro ce l’ha e di chi lo cerca.

Andare alla manifestazione, dice Epifani, non risolve i problemi. Non andarci, invece, li aumenta. E non essere da nessuna parte, o dalla parte sbagliata, è il vero problema del Pd. E purtroppo, almeno sotto questo profilo, non da oggi.

Mi chiedo se qualcuno, prima di dar fiato alle trombe, abbia letto la piattaforma della Fiom, abbia ascoltato le parole di Landini, abbia avuto la curiosità di approfondire quella e queste, cercando di mantenere viva una relazione con uno degli attori sociali più potenti e certamente più critici del panorama politico italiano.

Non farlo, è semplicemente sbagliato. Pensare che farlo significhi sciogliersi nel movimento, è indice di superficialità e inconsistenza: ciò che si chiede, appunto, non è un’adesione acritica alle cose che capitano, ma un pensiero critico che si eserciti nel confronto con la realtà e con chi ne rappresenta una parte. Nell’autonomia di chi sa di fare un ‘lavoro’ diverso: perché partito e sindacato devono fare ognuno la propria parte.

Capisco che l’argomento possa sembrare malizioso, se rivolto al reggente del Pd, ma dalla cinghia di trasmissione (che, se fatta andare all’incontrario, per altro, rompe tutto) dobbiamo passare a un rapporto più maturo, meno leggero (e polemico) e più denso di contenuti.

E, se posso, più rispettoso di quello che dicono e fanno gli altri. A meno di non pensare che non siano tutti scemi: perché la novità è che gli scemi capiscono benissimo (e molto meglio di noi) e vanno da un’altra parte.

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