Ho deciso che non parlo di Congresso negli stessi giorni in cui stiamo cercando (perché stiamo cercando, vero?) di fare un Presidente, anzi due.

Trovo un po’ singolare che altri lo stiano facendo, mettendo il dopo prima del prima. Senza rendersi conto che quello che succede nelle prossime ore cambierà la percezione e la sostanza politica del Pd più di ogni altra cosa, di mille formule e di chissà quale soluzione organizzativa.

Le cose cambiano, cambiandole. E possono cambiare ora. Ho l’impressione che dopo sarà tardi.

Per questo, fino al 25 aprile mi concentrerei su quello che è accaduto il 25 febbraio.

Oggi penso che il futuro sia un dovere, come dice il poeta. E che lo sia oggi, appunto. Un oggi molto particolare e difficile e impegnativo. Che cambierà tantissimo quello che succederà domani.

E per quanto riguarda le cose da fare per i prossimi anni, sono anni che cerco di dirle. E cercheremo di farle. Insieme, come sempre.

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