Quando c’era da fare il governo Monti, proposi che durasse solo pochi mesi, perché non avremmo retto un’alleanza come quella che l’ha (non) sostenuto. E non avrebbe condotto ai risultati sperati, perché i governi devono essere politici e non tecnici. Così i politici si beccano tutti i riflessi negativi, a favore di un altro tipo di (non) tecnico, come in questo caso.

Si sarebbe potuto votare a giugno dell’anno scorso.

Il direttore di un grande giornale mi rispose che era la cosa più idiota che avesse mai sentito.

Dopo sei mesi, si è messo a scrivere la stessa cosa, sul suo giornale, spiegando che era finita la spinta propulsiva del governo Monti. Già. E che dopo le primissime cose ci si era incartati. Troppe le differenze sulla corruzione, troppo complicato fare una legge elettorale, troppe incertezze sulla linea economica da seguire, quando a sostenere il governo c’è Brunetta e Fassina. Cavoli, che scoperta!

Ora, sulla stessa linea, leggo curiosi editoriali che propongono un governo in tutto simile a quello, ma di scopo (lo scopo? Ognuno ha il suo). Un governo che duri solo pochi mesi, in cui fare tutte le cose che non sono riusciti a fare per un anno intero (l’ultimo), a cominciare da una nuova legge elettorale e da una riforma costituzionale (facile).

Delle due l’una: o era una cosa idiota due anni fa, o lo è adesso. In ogni caso, quella di ora assomiglia moltissimo a quella di allora. Ed è evidente che fare la legge elettorale alla fine di una legislatura è altrettanto difficile che farla all’inizio di una legislatura che è finita prima di cominciare.

Ma non importa: in Italia piacciono molto le cose che si contraddicono.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti