Il mandato di Bersani è per un governo di cambiamento, giusto?

Un governo di cambiamento non si può fare né con il Pdl, né con la soluzione spezzatino (o gulasch, termine tecnico), con un po’ di senatori che accorrono da ogni confine, tipo D’Alema 1998, giusto?

Né è pensabile che mentre si sta facendo un governo di cambiamento si voti Gianni Letta al Quirinale, dai monti aquilani al Colle, giusto?

Non riesco a capire il motivo di queste oscillazioni. Si vuole provare davvero ad aprire un fronte verso il M5S, che preveda il coinvolgimento di Scelta Civica, oppure si stanno seguendo altre strade, in cui i protagonisti non siano questi, ma tutti gli altri?

Perché ho letto Jacopo Fo, questa mattina, su Repubblica. E anche Ilvo Diamanti. E mi chiedo se per l’ennesima volta stiamo facendo qualcosa che sappiamo non piacere ai nostri elettori. Che è curioso, sotto il profilo politico, e suicidario, sotto il profilo elettorale, in una fase in cui la campagna, per via dei risultati che conosciamo, non si è mai conclusa.

Spero di avere capito male. Lo spero sinceramente.

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