Bersani prosegue nel suo impervio cammino, Vendola ribadisce sulla Stampa l’appello al M5S, nel Pd l’ala più moderata inizia a parlare di un governo a tempo con Berlusconi per fare le riforme (dove l’ho già sentita?). Delrio e altri sostenitori di Renzi dicono che non è il momento di «fare capricci». Lo stesso sostengono, tra qualche distinguo, gli esponenti più vicini a Franceschini. Bersani si beve la sua birra proverbiale e sembra non curarsi degli editorialisti che lo danno per spacciato.

Per il resto, non si segnalano grandi novità, dalla Valsusa alla Capitale. Dopo questa esperienza, lo stallo alla messicana si chiamerà stallo all’italiana. E buona notte.

Sullo sfondo, gli elettori di Pd e M5S si dichiarano favorevoli in larga maggioranza a un governo a tempo determinato Pd-M5S, ma si sa che il loro parere conta molto meno di quanto dovrebbe e non da oggi.

Il voto anticipatissimo si avvicina: resta solo da capire come reagirà l’alleanza-trasversale-di-tutti-quelli-che-non-vogliono-andare-a-casa. Un presupposto politico un po’ debole per formare un governo.

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