Sarà perché ho passato vent’anni nei quali di solito a vincere erano Berlusconi e Bossi e Formigoni e quando vincevano gli altri capitava che non avessero i numeri per governare.

Sarà perché penso che ci vogliano come minimo cinque anni per recuperare il tempo perduto.

Sarà perché mi chiedo che cosa penseranno di noi all’estero da martedì prossimo in poi.

Sarà per tutto questo ma mi chiedo sinceramente che cosa spinga molti ad augurarsi la frammentazione e l’ingovernabilità, ad augurarsi che si voti per poi tornare a votare in pochi mesi (votare per votare ancora, appassionati all’idea di vivere in un’eterna campagna elettorale), a sperare per dispetto e disappunto verso qualcuno che non ci sia alcun vincitore certo.

È il movimento del “Forza casino”, trasversalissimo e brillantissimo in queste ore.

Piuttosto si vota qualcuno che non eleggerà alcun deputato, piuttosto ci si affeziona a questo o a quel leader soprattutto perché è estemporaneo e si dà per scontato che le sue proposte siano impossibili da realizzare, ma un governo stabile no, è troppo noioso. A volte è anche troppo noioso avere un candidato premier: c’è chi ne ha due e chi nessuno. Così poi nel caso si ride un sacco.

Meglio un po’ di casino e un po’ di Casini, meglio un Parlamento impallato,
meglio quella sensazione di incertezza in cui è sempre colpa degli altri se non cambia nulla.

Ci siamo abituati. E le macerie è meglio rimuoverle psicologicamente che politicamente, volete mettere?

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