Come sempre, oggi racconterò la direzione nazionale del Pd.

E come sempre, prima di andare a Roma, raccolgo le domande, le osservazioni e le proteste che vorrete inviare a questo blog.

Vorrei precisare, però, che in quella direzione mi sento spesso come la particella di sodio di quella pubblicità.

Che non sono stato coinvolto in alcuna decisione, a cominciare dalla mia collocazione in lista: nonostante sia stato il più votato nella circoscrizione elettorale di cui faccio parte, e non solo, sarò probabilmente sesto e, ogni giorno che passa, scivolo. E non sto chiedendo nulla, né l’ho fatto prima (alla faccia di chi scriveva, anche qui, che avevo fatto accordi con Bersani: sì, ciao).

Che non è mia intenzione rivendicare spazi e quote, se non quegli spazi e quelle quote che sono state guadagnate attraverso le primarie, da candidati forti e liberi.

Che mi dispiace ma sto vedendo cose che non mi piacciono, e che ho fatto presenti nelle sedi preposte, da Stradella a Verona, da Macerata ai collegi esteri.

Che avrei preferito che la quota bloccata (come avevo chiesto) fosse indicata prima, perché dopo serve a cambiare posizioni di eleggibilità, così come il passaggio di Camera e Senato e la stessa interpretazione della distribuzione di genere serve in alcuni casi a favorire curiosi (eufemismo) riequilibri.

Che questo dirò e farò in queste ore, prima, durante e dopo la direzione nazionale del Pd.

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