L’intervista di Antonello Caporale a Fabrizio Barca, oggi, sul Fatto: «Basta governo, da grande voglio impegnarmi nel partito».

Vuol sapere la verità? Non ho affatto intenzione di candidarmi, reputo che questa esperienza di governo sia servita per suggerirmi un altro interesse che in questo Paese è vissuto come una diminutio ma che per me è essenziale per far girare le cose: l’organizzazione dei gruppi intermedi, quel collante indispensabile tra la società e l’esecutivo”

Altro che una poltrona in Parlamento, altro che un superministero, il sogno nel cassetto di Fabrizio Barca è andare al Partito, p maiuscola.

Esistono energie che non sono liberate, realtà che nessuno vede perchè non esistono più sezioni, circoli o come diavolo si chiamano oggi. Un governo funziona se funziona l’organizzazione dei gruppi intermedi, se l’ascolto del territorio è costante, se esiste mediazione tra base e vertice. Ecco, se dovessi dirle adesso, quella è una sfida che mi piacerebbe affrontare dopo questa parentesi ministeriale .

Il suo papà (Luciano, storico dirigente del Pci) ha vissuto a lungo a Botteghe oscure. Le sue simpatie si dividono tra Sel e il Pd. Bisogna solo aspettare che Bersani convochi il prossimo congresso e poi…

Non mi faccia dire di più, anche perchè l’ultima volta mi è stato richiesto di accettare di fare il ministro avendo un’ora soltanto per pensarci.

Bersani la vorrebbe superministro, e il suo nome era anche accreditato come candidato a sindaco di Roma.

Non ho doti particolari.

Poi si è detto che avrebbe fatto il capolista del Pd in Abruzzo.

Non me la sento di trasformare questa esperienza tecnica in una avventura politica senza un momento di sospensione.

Se puntasse alla segreteria del partito avrebbe il tempo che chiede: il successore si elegge tra un anno.

Vedremo. Confermo però che se abbiamo un guaio in Italia è di aver trascurato queste vitali organizzazioni che sono i partiti. Sono luoghi indispensabili – se aperti ai cittadini – a far rifiorire passioni e saperi.

La sua scelta è controcorrente.

Sono felice che lo sia.

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