Sono state consegnate le firme e presentate le candidature del mio collegio, per le primarie per i parlamentari tanto sognate.

Talmente sognate che farle a fine anno lascia un po’ l’amaro in bocca, ma tant’è.

La data è il 29 dicembre, che sembra quella canzone, ma il mese è il presente. E si vota di sabato, l’ultimo sabato prima dell’anno elettorale.

La prima cosa che vorrei dire, e scrivere, è che sono felice di confrontarmi con Alessia, Daniela, Lucrezia, Simona, Enrico e Roberto: è una bella lista quella che il Pd presenta in Brianza. Ed è bello notare che la parità di genere sia già una realtà, all’atto stesso della presentazione della lista. Anzi, le donne siano già maggioranza.

E poi vorrei invitare tutti a partecipare, anche se ci troviamo nel bel mezzo di un gelido inverno, se la situazione politica non è affatto chiara e se molti di noi non potranno votare perché lontani dalla città di residenza. Per tutti questi motivi, dobbiamo dare il meglio, perché i pochi giorni della campagna elettorale più breve della storia patria, siano vissuti con grande serenità, un sano spirito di confronto e la concorrenza leale che ci piacerebbe vedere nella politica e nella vita quotidiana del nostro Paese.

Non è un messaggio buonista, il mio: è l’auspicio di chi pensa che il Pd sia il luogo più aperto e largo dove confrontarsi, oggigiorno, nella politica italiana, e di chi sente una grande responsabilità e, insieme, una grande riconoscenza.

Per chi ha raccolto le firme (e non parlo solo di chi le ha raccolte “per me”), per chi starà ai seggi per la quarta volta in meno di quaranta giorni, per chi farà di tutto per venire a votare, e scegliere il candidato che più gli piace. Sapendo che ne può scegliere due, una donna e un uomo, e che anche da queste cose passa quel cambiamento di cui spesso si parla.

Questa volta, quel cambiamento, lo possiamo frequentare. Lo possiamo vivere. E scusate se è poco.

P.S.: con l’occasione, estendo gli auguri e gli inboccallupo a tutte le candidate e a tutti i candidati che si presentano in ogni provincia italiana. Tra un candito e un’uvetta, e nonostante più di una cosa non sia andata proprio come ce la immaginavamo, sarà una bella corsa. Ne sono sicuro.

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