Prossima Italia da tempo insiste sui contenuti politici e sulle scelte da compiere, molto più che sulle formule e i personalismi (un antico slogan recita: «ci siamo rotti i cognomi»).

In occasione di queste primarie lo ha fatto con i referendum proposti al Pd e con la campagna Occupy Primarie, che avete imparato a conoscere.

Ora si rivolge ai fantastici 5, proponendo loro 7 magnifici quesiti: i sei quesiti referendari (e un parere sullo strumento, previsto dallo Statuto del Pd e mai nemmeno regolamentato) e la domanda delle domande, circa la selezione dei parlamentari. Questione, quest’ultima, di notevole significato politico, anche perché non smettono di circolare voci secondo le quali i parlamentari sarebbero ‘lottizzati’ tra i comitati elettorali dei candidati alle primarie. E non è cosa buona, né giusta, che siamo certi gli interessati vorranno platealmente smentire. Aggiungendo, magari, anche le modalità con cui pensano sia opportuno scegliere le candidate e i candidati per il Parlamento nazionale: vedi alla voce «primarie per i parlamentari».

Fossi in loro, risponderei, perché è anche da risposte a domande come queste che dipende il voto di tanti elettori del Pd e del centrosinistra che vogliono saperne di più.

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