In Consiglio non se ne parla, perché della legalità e della questione morale si deve occupare la magistratura (sic). Ma mentre i problemi si negano sotto il profilo politico, sotto il profilo giudiziario ci si tutela. Eccome.

C’è anche la Regione Lombardia tra gli enti ammessi parti civili dai giudici del Tribunale di Monza di fronte a cui stamane si è aperto il processo a carico dell’ex assessore lombardo Massimo Ponzoni finito in carcere lo scorso gennaio nell’ambito dell’inchiesta coordinata dai pm di Monza Donata Costa e Walter Mapelli con l’accusa di corruzione, concussione, peculato e bancarotta nata dal crac della societa’ ‘Il pellicano’.

Nella richiesta di costituzione di parte civile il legale che rappresenta la Regione, Antonella Forloni, fa riferimento a «grave nocumento all’immagine di regione Lombardia che è derivato e deriva dai fatti reato contestati a Massimo Ponzoni ed al risalto che ne e’ derivato e derivera’ sulla stampa locale e nazionale». Nell’atto «allo stato si quantifica in 250 mila euro il danno all’immagine di cui si chiede il risarcimento».

La richiesta di costituzione è avanzata in particolare in riferimento a 2 capi di imputazione contestati a Ponzoni. Un primo relativo all’ipotesi di corruzione ed un secondo all’ipotesi di peculato in sostanza per essersi appropriato, secondo l’accusa, di 40 borse portadocumenti delle quali aveva disponibilità in relazione all’evento ‘Valtellina 2007’.

Insieme alla regione hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile, accolta dai giudici, anche il comune di Desio e il comune di Giussano. L’ex assessore Ponzoni, in completo grigio è presente in aula seduto accanto ai suoi legali. (Ansa)

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