Se ci pensate la notizia segna il cambio di stagione: Berlusconi, dopo averci costretto a votare pro o contro anche nelle elezioni circoscrizionali per vent’anni, si sottrae e rinuncia alla propria presenza sui manifesti e sui simboli della prossima campagna elettorale. C’è sempre stato, fin dall’inizio della sua lunga carriera politica. Questa volta si prende una pausa tattica. E la fa prendere anche al proprio partito.

Il leader a scomparsa, sotto mentite spoglie e forse sous rature ha infatti deciso che i propri elettori voteranno il Pdl a loro insaputa, potremmo dire, con formule nuove, probabilmente diverse tra loro.

Non sarà un referendum su Berlusconi, ma una sfida politica senza Berlusconi. I motivi sono tanti, c’è in primo luogo l’opportunismo di chi sa che le prossime elezioni amministrative potrebbero essere una vera Caporetto. E in ballo c’è anche il grande rimescolamento di carte, verso il 2013. E la prospettiva popolare europea, e quella civica, di cui abbiamo già parlato, perché i partiti sanno che la loro fiducia presso i cittadini è scesa al 4%, complice anche l’effetto che fa il governo Monti. E poi c’è la Lega, alleato strategico e necessario soprattutto al Nord, che vuole procedere a esercitazioni (non militari ma sicuramente muscolari) per testare gli equilibri e la potenza di fuoco che può ancora esprimere.

Chissà come andrà a finire, chissà se l’ultimo travestimento del leader, e la sua presenza sotto forma di assenza condizionerà le elezioni. Certo è che, in queste condizioni, il centrosinistra non può che vincerle. Ma finché Berlusconi ci sarà, anche non essendoci, è meglio evitare facili pronostici. Portano sfighissima.

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