Oggi, Stefano Fassina, di cui avevo parlato ieri difendendolo dalla strumentalità degli attacchi che gli sono stati rivolti in questi giorni (poi, promesso, non ne parlo più) ha avuto un’uscita di quelle infelici infelici. Ha spiegato che la discussione che lo riguarda è chiusa, che è già stata fatta tempo addietro, dal momento che Ichino, a suo dire, rappresenterebbe il 2% del Pd.

Lo slogan ricorda, curiosamente, quel «siamo il 99%» che gli indignati hanno sbattuto in faccia ai potenti della terra, e forse Fassina da lì lo ha ripreso. E probabilmente lo ha fatto inconsciamente, rovesciandone il significato. Con un’espressione che è proprio il manifesto di quello che non dovrebbe essere il Pd per poter funzionare come partito politico di ampio consenso e di cultura di governo.

In direzione nazionale, a me è capitato spesso di sentirmi il 2%. Anche l’1. Anche lo 0,5. Quando dicevo che avremmo dovuto credere nella vittoria alle amministrative (con un po’ di entusiasmo), quando chiedevo di sostenere i referendum (con un po’ di anticipo), quando proponevo le primarie per i parlamentari (con un po’ di slancio), quando mi esprimevo circa il Mattarellum (con un po’ di buonsenso), quando spiegavo che avremmo dovuto costruire un’alleanza più chiara prima di accedere – eventualmente – alle larghe intese (con un po’ di contenuti). Per fare solo qualche esempio.

In una delle ultime occasioni, alla fine di un mio intervento, dissi che il bello di un partito realmente democratico è che «la minoranza della minoranza» che mi sentivo in quelle occasioni di rappresentare, può cambiare gli orientamenti della maggioranza. Perché il pluralismo è proprio questo, lasciare aperto il campo della discussione, e non pesarlo alla luce dei risultati congressuali. E Bersani, di persona, personalmente, nelle conclusioni chiosò: «la minoranza può addirittura diventare la maggioranza del partito».

Allora, quel 2% andrebbe trattato con un po’ più di rispetto, anche perché, come ho cercato di spiegare, è possibile che le cose cambino, che il punto di vista si rovesci, e che la posizione vada precisata. Senza essere stravolta, senza le dimissioni di nessuno, ma nemmeno con l’arroganza del 98%. Che poi, secondo me, non lo è. E una cosa è certa: con queste dichiarazioni diminuisce vertiginosamente.

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