«Se penso a come ho speso male, il mio tempo». Pietro ci ricorda che è durata tanto, troppo, questa lunga stagione. E ha ragione.

Ci vuole la macchina del tempo. E non sarà solo Monti a guidarla, ma una nuova politica, che maturi nei prossimi mesi e si prepari a governare il Paese dopo avere coinvolto gli elettori.

Ci vuole un ritorno al futuro, non solo il confortante (almeno per alcuni), ritorno al passato. A quello che c'era «prima» di B. E ci vuole che mettiamo la «terza», non la «prima», appunto.

Ci vuole che recuperiamo una vita intera. Perché in questi vent'anni ogni promessa è stata un debito, nel senso più inquietante dell'espressione.

Perché i precari ci sono da 14 anni e di riforme degli ammortizzatori sociali nemmeno l'ombra. Perché gli immigrati sono già di seconda generazione e se ne parla come se stessero sempre sbarcando. Perché abbiamo appena scoperto il web, nella vita pubblica, e il web compie vent'anni. Perché di abolire le province si discuteva già nella Bicamerale (correva l'anno 1998). Perché La casta è il titolo di un libro uscito quattro anni fa. E hanno fatto in tempo a scrivere il seguito senza che accadesse nulla per la famosa riduzione dei costi della politica.

Perché questo Paese non cresce più da vent'anni. Perché si spende troppo poco in ricerca da sempre. Perché le donne sono sacrificate e lavorano troppo benché siano troppo poco occupate e guadagnino molto (troppo) meno degli uomini. Perché ci vuole la riforma della giustizia, e ora forse potremo iniziare a parlarne con toni più sobri e argomenti più civili (any sense). Perché in questi vent'anni le coppie di fatto hanno ottenuto il riconoscimento sociale che loro mancava in quasi tutti i Paesi del mondo democratico, tranne il nostro. Di fatto, qui, non si è ottenuto niente.

Perché le rendite non le ha mai toccate nessuno, nessuno ha voluto mettere ordine e professionalità negli ordini professionali, nessuno (o quasi) ha messo in discussione l'evasione fiscale, preferendo un atteggiamento molto evasivo e certamente tutt'altro che fiscale.

Perché l'ambiente è sparito dal dibattito pubblico, e invece negli altri posti in cui si fa politica conta e cambia le cose.

E tutte queste cose non le potrà fare Monti da solo. E non le potrà fare questo Parlamento e la larga maggioranza che è costituita da forze irriducibili e, in alcuni casi, incommensurabili. E non ci saranno scuse o alibi, perché, subito dopo questa mission impossible, dovrà tornare la politica. Messa tra parentesi, per il bene del Paese, all'insegna della responsabilità (che non è quella di Scilipoti, eh). Ma poi le parentesi si riapriranno, e ci dovranno essere parole e numeri per spiegare come sarà l'Italia. Nel futuro prossimo che preme e che non possiamo rinviare più.

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