Al di là del contenuto dell'articolo (su cui si aprirà certamente un dibattito fragoroso), confermo: sono un fan potenzialmente pericoloso di Michele Ainis (e lo sono, ancora, di Saramago):

In un romanzo di José Saramago ("Le intermittenze della morte", 2005) le agenzie di pompe funebri vanno in fallimento: da un giorno all'altro la gente smette di morire. I moribondi aprono un occhio, ma restano in sospeso fra la vita e la morte. I loro familiari reagiscono dapprima con sollievo, poi a lungo andare con fastidio, con insofferenza, con un moto d'esasperazione. Per forza: come fai a tirare avanti, quando hai uno zombie dentro casa? 

Ecco, è esattamente questa la condizione del governo Berlusconi: non campa e non crepa. Esala sempre il penultimo respiro. Nel frattempo l'economia va a scatafascio, l'immagine internazionale del Paese idem, sul fronte interno monta un sentimento di sfiducia popolare che s'allarga a ogni altra istituzione. Ma in Parlamento la fiducia c'è, persino troppa: 50 voti su altrettante questioni di fiducia per il IV gabinetto Berlusconi, un record. Insomma lui non si dimette, la maggioranza brontola ma non ha fegato per un'eutanasia, l'opposizione è a sua volta in coma. Più che un medico, servirebbe un esorcista.

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