Da sempre gli uomini attendono segnali dalle stelle. Il passaggio di una cometa per millenni ha significato qualcosa di sorprendente, con grandi (e gravi, in alcuni casi) conseguenze per la popolazione terrestre. Una nova era il messaggio di un grande cambiamento. L'astronomia era astrologia, senza distinzione alcuna (oggi, per molti, c'è solo l'astrologia, per altro).

Giordano Bruno, che sapeva il fatto suo, pensò di cambiare addirittura le costellazioni, nel suo epocale Spaccio, proprio perché cambiasse per sempre la mappa celeste e immediatamente morale a cui fare riferimento. Una vera e propria rivoluzione, parola anch'essa di segno astronomico, come ognun sa.

Noi, tapini, discutiamo solo di un satellite in disuso, e facciamo proiezioni, non più profezie, sulla porzione di cielo in cui si manifesterà e sul luogo dove cadrà. Preoccupati solo di non prenderlo in testa.

In un periodo in cui tutto precipita, la speranza è che non si faccia male nessuno, ovviamente, e che tutti seguano le istruzioni delle autorità: stare riparati, ai piani più bassi degli edifici, tra le 21 e le 22.30. Davanti alla tv, come una volta. O davanti a un buon libro (io sto leggendo Dove eravate tutti, che consiglio).

Un benefico influsso sulle nostre coscienze, però, ci vorrebbe. Sarebbe bello se precipitasse un po' di buon senso e di coraggio intergalattico, magari nelle vicinanze del Palazzo. Che un po' di umanità, ad esempio, arrivasse sul Canale di Sicilia. Che l'uguaglianza tornasse a frequentare i nostri pensieri, prima che ben altri urti interessino il nostro tessuto sociale. Che a cavallo del pezzo di astronave, arrivasse un uomo delle stelle, l'unico in grado di guidare il Pd e l'Italia. Forse.

 Let all the children boogie…

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