Vi ricordate l'entusiasmo con cui la Lega salutò la vittoria di Varese, ultimo baluardo padano, la scorsa primavera?

Bene, ora è proprio il sindaco di Varese, città simbolo del leghismo irriducibile, a lanciare la protesta, a nome dell'Anci e dei sindaci del Nord.

E pensare che due giorni fa, Bossi era stato chiaro: quelli come Fontana e come il sindaco di Verona sono «terroni» perché «pensano che lo Stato mi deve dare». I «terroni» del Nord si mobilitano.

Nonostante l'ormai tradizionale appuntamento della «cena degli ossi» (di maiale, più precisamente di Porcellum), con cui il drappello governativo celebra il compleanno di Tremonti, sono lontani i tempi della costituente di Lorenzago.

Il Sole delle Alpi tramonta: Bossi rinuncia a uno dei suoi comizi, la base si ribella, i sindaci protestano. Il federalismo è un lontano ricordo. I referendum e le amministrative sono andati malissimo. E gli ultimatum di Pontida di due mesi fa sono solo una cartolina: ora gli ultimatum, la Lega, li rivolge a se stessa.

Finirà che quelli della cena, che sono anche i tre ministri trasferiti al Nord, si barricheranno in Villa Reale.

Fuori, tumultuante, il popolo della Lega.

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