Scrive oggi Carlo Carboni sul Sole:

Nonostante le promesse elettorali, il governo dunque non ne vuole sapere di eliminare le piccole province, né i comuni con meno di 15mila abitanti. Eppure l'adozione di queste misure, da sola, comporterebbe risparmi per oltre 4 miliardi di euro.

Non è solo un calcolo economico e una questione di costi (diretti e indiretti, perché i tempi della burocrazia sono un problema, giusto?), è anche un calcolo politico e una questione di democrazia.

Superare le province (tutte) con enti di coordinamento tra i Comuni (come oggi avviene per i circondari), distribuendo in modo diverso le deleghe agli enti locali. Provvedere ad una decisa riduzione del numero dei Comuni, che ai tempi della globalizzazione e di speculazioni di tutti i tipi (edilizie e finanziarie, soprattutto), non hanno se non una funzione retorica (da nostalgici di non si sa bene che cosa).

Nello stesso tempo, sarebbe il caso di intervenire anche a Roma, non solo a Sagunto: diminuire contestualmente il rimborso elettorale, ridimensionare decisamente le indennità, cancellare i vitalizi fin da ora sarebbero mosse ovvie in un Paese normale, in cui tutto il sistema politico (a cominciare dai suoi vertici) si dovrebbe far carico della situazione (che ha contribuito a creare, tra l'altro).

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