Una sera, dopo il primo turno, ero a Sommacampagna, nel profondo Nord, e mi venne voglia di chiamare Mila Spicola, nel profondo Sud. Per dirle che secondo me era venuto il momento di dare un segnale forte al nostro partito e a tutto il campo progressista, partendo proprio dalla sua Sicilia.

Ricordo di avere parlato di una decisione radicale, di un messaggio forte, di una «rivoluzione». Sapete, da qualche tempo, penso che il Sud sia il cuore del cambiamento potenziale di questo Paese.

Dopo qualche giorno sono arrivate le Forchette rotte e la loro mobilitazione. Qualcuno sospetta, come sempre accade in questi casi, che ci sia dietro qualcuno, che siano insomma forchette eterodirette, che abbiano obiettivi inconfessabili e quantomeno non chiariti. E dalle forchette ai coltelli, il passo è breve.

Da lontano, però, mi sembra venuto il momento di un grande rassemblement, di un momento in cui tutti quelli che vogliono cambiare le cose si parlino e decidano come cambiarle. Senza chiedersi da dove vengono le persone (e le forchette) ma chiedendosi dove vogliono andare e come queste energie possano diventare un progetto di cambiamento leggibile e coerente. Quali sono i nodi da sciogliere, quali le campagne da promuovere, quali gli obiettivi nei quali tutti si possono riconoscere.

Non vorrei che tra forchette e coltelli, infatti, finisse, come al solito, che si raccoglie tutto questo patrimonio con il cucchiaino. Sarebbe un peccato. L'ennesimo.

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