La Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) così mi scrive, a proposito dell'impegno di Letizia Moratti per la ciclabilità a Milano:

L’occultamento del Piano della Mobilità Ciclistica, alla cui elaborazione Ciclobby aveva intensamente collaborato. Il Tavolo comunale sulla Sicurezza stradale, invano richiesto per anni da Ciclobby per favorire un confronto costante tra utenze della strada e amministrazione, e finalmente costituito dall’assessore Croci, ma dissoltosi poi nel nulla. Il silenzio dell’amministrazione comunale sulle nostre richieste di chiarimenti relative al divieto di accesso alle bici nel tunnel di Porta Nuova. Le mancate risposte alla petizione (oltre tremila le firme raccolte) lanciata dalla nostra associazione per dare strada alla bici in corso Buenos Aires, cogliendo l’occasione del progetto di riqualificazione in fase di attuazione. E potremmo lungamente continuare in questo doloroso elenco, anche solo limitandoci ai fatti più recenti.

Noi credevamo, sul nascere dell’amministrazione guidata dal sindaco Letizia Brichetto Moratti, che si fosse finalmente aperta una stagione nuova, concreta e pragmatica, per affrontare molti problemi della città in tema di ambiente, traffico e mobilità sostenibile, dopo il devastante decennio di Albertini sindaco e commissario straordinario. Alcuni segnali positivi sembravano andare in quella direzione, manifestando un’attenzione e una sensibilità nuove. Ma le delusioni sono cominciate presto.

Possiamo ormai dire che tutti i tentativi di canalizzare in modo positivo e propositivo – cioè non meramente protestatario – le attese a favore della mobilità sostenibile a Milano, le ansie, le speranze e le insoddisfazioni, da parte nostra sforzandoci sempre di tradurre le istanze sulla ciclabilità in proposte concrete, sono falliti o rimasti inascoltati. Gli esiti positivi si contano con difficoltà e, al di là di una certa propaganda, muovono comunque passi incerti (Ecopass e bike sharing tra questi).

[…]

Certo, la macchina amministrativa non è semplice, le risorse non abbondano, Milano è una città complessa. Ma la società civile, le associazioni, inclusa la nostra, hanno fatto di tutto. C’è un tema fondamentale di volontà politica che è il vero nodo mai seriamente affrontato. E che non si risolve, in modo autoreferenziale, con le conferenze stampa. Ci sarebbe piaciuto sentire dal sindaco e da chi ha amministrato in questi anni la città almeno una autocritica e un impegno chiaro e specifico a correggere e cambiare le cose che non hanno funzionato. Un segnale forte. Ma nemmeno questo ci è stato dato. Dunque, come pensare di poter guardare con rinnovata fiducia alle stesse persone che hanno tradito i precedenti impegni? La fiducia non vive di promesse. Occorre che il segnale venga dai cittadini.

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