I dati di Openpolis sulle presenze (assenze) dei parlamentari dicono molto, ma non dicono tutto. Perché, certo, non c'è solo la semplice presenza (che pure conta, e parecchio) ma anche la produttività. Aggiungo una terza condizione: il rapporto con il 'mitico' territorio, con i propri elettori e la qualità dell'informazione che si sa trasferire loro rispetto alla propria attività. E una quarta: la disponibilità a contribuire – politicamente ed economicamente – alle iniziative del partito.

Il Pd, che non può non adottare le primarie e le forme più ampie di consultazione per scegliere i prossimi (soprattutto se ci sarà ancora il Porcellum), come è stato deliberato dall'assemblea nazionale, deve dimostrarsi all'altezza di una valutazione dell'operato dei suoi rappresentanti istituzionali.

Le condizioni a cui si accennava in premessa, allora, devono diventare la premessa per la presentazione delle candidature che il Pd farà in vista dell'elezione del prossimo Parlamento. Un modo per distinguersi e per dare un po' di dignità alla politica. Almeno alla nostra.

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