Che il risultato delle primarie di Napoli è viziato e che chi ha vinto lo ha fatto ricorrendo – come sostengono alcuni – al voto di scambio, alle truppe cammellate di elettori di destra, al presidio dei seggi in alcune zone della città, non sarebbe un problema per le primarie "da riformare" (e te pareva: i gufi si sono trasferiti sul Vesuvio) – come sostiene qualcun altro – ma un problema ben più grave.

Perché non sono state casualità o scalate organizzate dal centrodestra, a leggere alcune dichiarazioni, a rendere poco credibile lo strumento, ma l'atteggiamento stesso di una parte del partito.

Perché il vincitore della competizione che alcuni dicono truccata è il vice di Sassoli al Parlamento Europeo, esponente di punta del Pd nel Mezzogiorno (anche il più votato), uomo vicino a Bassolino per tanti anni.

Perché si dimostrerebbe che il sistema politico napoletano è corrotto, anche dalla nostra parte.

Perché si potrebbe pensare, come già in occasione del Congresso del 2009 (in cui il tesseramento 'esplose', a Napoli e in provincia, e quasi nessuno ebbe nulla da ridire), che il Pd è inquinato.

Per tutti questi motivi, augurandomi, appunto, che non sia vero, consiglio cautela e responsabilità. Proprio quella cautela e quella responsabilità che fino a ieri pare non ci siano state.

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