image002 L'autodromo non bastava. Adesso, in pieno Parco reale, si vorrebbe mettere anche un distributore di carburante. Mi scrive Alfredo Viganò, consigliere comunale:

«Si distrugge una porzione di bosco (sessanta piante circa), si afferma che si interviene su un’area degradata (sic!) e in parte urbanizzata (sic, sic!). L’idea che per fare il pieno di metano, gpl, idrogeno (sì, ciao) o altro, si debba andare tutti in fila nel Parco (grande isola pedonale protetta da mezzo secolo), dall’ingresso di Biassono, e non semplicemente in un normale distributore esterno, non trova giustificazione credibile se non quella di percepire finanziamenti europei pubblici destinati in origine a politiche energetiche alternative e cercare di fare cassa con una attività economica incompatibile nel Parco, dentro le aree in concessione da parte del Comune di Monza e di Milano alla Sias (la società che gestisce l'autodromo). Una tettoia per i distributori, quattro pilastri, un'estesa pavimentazione e un parcheggio, tre baracchini e una muraglia, un filarino di pianticelle di contorno».

A piedi nudi nel Parco. Con il motore acceso.

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