Stamane ero a Verona per la conferenza stampa dell’ottimo Franco Bonfante. Con Laura Puppato e Maurizio Fontanili, presidente della Provincia di Mantova. Se si vuole, abbiamo fatto il Pd del Nord, per una volta, senza che questo si limitasse alle solite sparate e alle trite dichiarazioni. Le cose è meglio farle che dichiararle.
Lo abbiamo fatto intorno a un tema di grave impatto ambientale e di grande valore simbolico: lo strano caso del nuovo autodromo (un altro ?!) e del centro commerciale più grande del mondo (ma quanti ce ne sono, con questa qualifica?!) e del parco a tema (ne mancano, in effetti, in provincia di Verona) e del casello fantasma sull’autostrada del Brennero. In una sola parola Motorcity, una colata di cemento a due passi da Verona.

Più che un circuito, un cortocircuito. Anzi, un troppocircuito. Con tanto di ricostruzione di piazza delle Erbe, a due passi dalla vera piazza delle Erbe. Roba da matti.

Bonfante ha presentato un progetto di legge molto semplice, per modificare una riga soltanto di una legge regionale che, grazie a un emendamento dell’ultima ora, consentiva di derogare al piano del commercio regionale del Veneto proprio in vista del mostruoso progetto veronese.

«Nei limiti dimensionali» diventava «ai limiti dimensionali della grande distribuzione». Con una preposizione, centinaia di migliaia di metri quadri. 195.000, per l’esattezza, quando la somma di tutti gli 11 (!) centri commerciali già edificati in provincia di Verona non arriva a 150.000 mq.
Il progetto è di Galan e dei suoi, la Lega finora non ha preso posizione. L’invito a Zaia è di dimostrare di essere davvero diverso dal suo predecessore. Finora ha fatto 30 (con i centri commerciali sorti in tutto il Veneto, mentre la retorica della Lega proteggeva i piccoli commercianti), chiediamo soltanto non faccia 31, con lo scandaloso progetto di Vigasio.
Motorcity è il simbolo e, forse, la caricatura di un tema politico molto rilevante nel Nord: il consumo di suolo, le scelte fatte a suon di milioni di euro senza alcuna programmazione, la sconfitta definitiva del piccolo commercio e anche delle medie superficie. La difesa delle radici che tanto ha appassionato i nordisti ha comportato, negli ultimi vent’anni, che si sia trascurato completamente il piano campagna. E la nostra terra. Appunto.

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